COME SEMPRE LE ISTITUZIONI DIMOSTRANO DI NON CONOSCERE LA VERGOGNA

Non son neanche passati due giorni dai fatti di Milano e come sempre chi ha sbagliato non si assume le proprie responsabilità ma passa ad un insensato contrattacco contro tutto e tutti.

I fatti di Milano han dimostrato come il piano di sicurezza previsto per l’incontro Inter-Napoli sia stato ridicolo e le responsabilità siano tutte della questura.

Come si evince dai tanti video in rete, il protrarsi degli scontri per lunghissimi minuti senza l’intervento di nessuno al contrario di quanto dichiarato dalla polizia, testimonia come sian state lasciate colpevolmente scoperte proprio le aree più a rischio e adiacenti il parcheggio del settore ospiti.

Come sempre a posteriori invece di ammettere le responsabilità, si è corso ai ripari negando la verità e cercando di salvare la faccia prima sminuendo lo scontro dichiarando che avesse coinvolto in totale una cinquantina di persone e poi asserendo di esser intervenuti tempestivamente evitando addirittura una strage.

Per non farsi mancare niente invece di separare il dramma di un eventuale reato stradale da un episodio connesso a prevedibili rivalità calcistiche, adesso si cerca di perseguire chiunque colpendo a caso e facendo di tutta l’erba un fascio per giustificarsi.

Come ciliegina sulla torta poi l’assurda richiesta di penalizzare migliaia di tifosi interisti estranei ai fatti vietandogli di andare sia in casa che in trasferta.

Ancora una volta poi il circo ipocrita di media e istituzioni cerca di attribuire le cause di ogni male agli ultras senza distinzione e senza appello.

Per fortuna se il ministro dell’interno darà seguito alle parole coi fatti e coinvolgerà gli ultras in un confronto, forse sarà la volta buona che il buonsenso possa prevalere e si possa costruire un futuro in cui il ruolo del tifo organizzato venga riconosciuto.

La strada è lunga e temiamo che le tante persone che non appartengono al nostro mondo che dovranno farsi un bagno di umiltà non saranno disposte a far passi indietro ma la speranza è l’ultima a morire e noi siamo abituati a non mollare mai.

Ai posteri la sentenza …

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